Il Cinquecento a Firenze e La Pietà di Luco di Andrea del Sarto

La Pietà di Luco di Andrea del Sarto a Palazzo Strozzi

il cinquecento a firenze la pietà di luco andrea del sarto

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A Palazzo Strozzi è arrivato il Cinquecento, e con esso grandi nomi per la prima volta riuniti: Michelangelo, Andrea del Sarto, Pontormo e molti altri.

Per apprezzare ancora di più l’esposizione, facciamo la conoscenza del capolavoro d’apertura: La Pietà di Luca di Andrea del Sarto

Anzi, aspettate. Apriamo una parentesi su quello che stava succedendo nel mondo (dell’arte) nel cinquecento, per farci un’idea.

Il Cinquecento: Cosa stava succedeva nel mondo?

La situazione non era delle più rosee, fu un secolo di contrasti laceranti.

La Riforma protestante, la conseguente reazione della Controriforma cattolica, l’Italia che è ormai diventata il campo di battaglia degli eserciti stranieri.

Proprio su queste basi, l’arte di questo secolo è un’arte inquieta, permeata da un profondo senso di agitazione.
Gli artisti abbandonano la serena visione quattrocentesca: il concetto dell’antico resta ancora importante ma muta in ideale astratto.
Per l’artista del cinquecento il canone del secolo passato va stravolto, rivisitato, reinterpretato.
Spicca la volontà di far prevalere un’espressione individuale, piuttosto che amalgamarsi a una visione universale.

Qui a Firenze continuano a formarsi artisti dal valore incredibile tra cui Michelangelo e Leonardo.
Gli artisti adesso si proiettano verso il recupero dei modelli classici ricercando la continuità delle forme, l’essenzialità, lo spazio inteso come dimensione del movimento, la diffusione atmosferica,  la ricerca naturalistica della figura umana.

Il Cinquecento in mostra a Palazzo Strozzi – La Pietà di Luco

La mostra si apre con un capolavoro: la Pietà di Luco, opera di Andrea del Sarto.
L’artista realizzò tale opera nel 1524 a Luco di Mugello, zona in cui si trasferì per sfuggire a una pestilenza.
La tela vene acquistata da Pietro Leopoldo alla fine del 1700 e venne trasferita a Parigi durante l’occupazione napoleonica.
Fece ritorno a Firenze nel 1815.

Le figure sono avvolte da una nuova monumentalità, derivata dall’esempio michelangiolesco e dai colori brillanti di Raffaello, a cui si aggiunge una forte luce che crea inaspettati bagliori e un brillante cangiantismo.

Nella pala mugellana il corpo del Cristo si distende sulla pietra, attorniato da Maria, Giovanni, Maddalena e santa Caterina d’Alessandria, dietro le loro spalle i santi Pietro e Paolo.
L’occhio è indirizzato sul velo bianco della Vergine che sorregge il braccio del figlio e sul candore brillante del lenzuolo su cui poggia il corpo esanime.

E’ facile capire perché tale opera sia stata scelta come tela di apertura di questa mostra.
E’ la perfetta sintesi di un periodo contrastato, che non vediamo l’ora di conoscere meglio grazie alla mostra di Palazzo Strozzi

 

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