Giotto al Bargello di Firenze - La Cappella di Santa Maria Maddalena

Giotto al Museo del Bargello

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Giotto al Bargello, Cappella di Santa Maria Maddalena

Prosegue il nostro tour immaginario alla scoperta delle opere giottesche a Firenze.

Dopo aver analizzato l’affresco presente alla Galleria dell’Accademia, vorrei farvi conoscere meglio un altro affresco, conservato al Museo del Bargello.

Il Museo del Bargello – Un po’ di storia

Per prima cosa cerchiamo di conoscere un po’ meglio questo museo, purtroppo spesso sottovalutato e poco visitato dai turisti.

Il Bargello era il nome del Capitano del Popolo di Firenze, e l’edificio nasce infatti come Palazzo del Bargello.
E’ il primo edificio costruito a Firenze come sede stabile delle istituzioni cittadine.

Dal 1574 vi fu insediato il Capitano della Giustizia e l’edificio venne così adattato a carcere.

Abolite le carceri, alla metà del 1800, divenne il Museo Nazione del Bargello.
Oggi tra i più importanti al mondo per la raccolta di sculture, tra cui i complessi delle opere di Donatello, del Verrocchio, dei Della Robbia, di Michelangelo, del Cellini, gli avori francesi medievali e molto altro ancora.

Giotto e la Cappella di Santa Maria Maddalena

La Sala Carrand, una tra le più importanti del museo per la ricca collezione legata al personaggio di Louis Carrand, comunica mediante una cancellata con la Cappella di Santa Maria Maddalena.

L’intero ambiente venne affrescato intorno alla metà del 1300 dalla bottega di Giotto, qui sono rappresentate le storie di Maria Maddalena e il Giudizio Universale.
Tra i personaggi rappresentati nel Paradiso possiamo individuare Dante, riconoscibile dalla Divina Commedia che tiene in mano.

E’ probabile che, se l’intera cappella fu eseguita dagli allievi di Giotto, proprio il volto del sommo poeta sia stato realizzato dal maestro fiorentino.

I temi rappresentati in questo ambiente si ricollegano al ruolo che ricopriva.
Qui infatti sostavano i condannati a morte prima di iniziare il loro cammino verso il patibolo.

Maria Maddalena, la peccatrice liberata dalle sue colpe, e il Giudizio Universale fungono da guida spirituale per coloro che hanno fatto degli errori e sono sul punto di pagare con la loro vita.

Analizziamo adesso lo stile dell’opera.

La fase risale al periodo più maturo di Giotto.
Sono riconoscibili le mani di altri artisti influenzati dall’arte giottesca, quali Taddeo Gaddi e Maso di Banco.

Come spesso accade, per quest’opera si scatenò una battaglia tra studiosi.

C’è chi l’attribuisce completamente a Giotto e chi agli allievi della sua bottega.
Ciò che è certo è che l’artista in quegli anni era a Firenze, come testimoniano le opere da lui realizzate nella Badia Fiorentina, proprio di fronte al Bargello.

Potremmo sollevare ancora mille questioni, ma nessuno screzio toglierà bellezza a questa perfetta opera giottesca!

 

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