Www.facebook Cappelle Medicee, la Sacrestia di Michelangelo
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La Sacrestia Nuova di Michelangelo - Un progetto sofferto 

Nel 1515 Leone X si reca solennemente in visita a Firenze, ritornata sotto il dominio dei Medici dopo la parentesi repubblicana. Per l’occasione vengono allestiti imponenti apparati trionfali e Jacopo Sansovino riceve, insieme assieme ad Andrea del Sarto, l’incarico di erigere una struttura effimera, scandita da ordini classici, per mascherare l’incompiuta facciata della cattedrale. L’apparato colpisce la fantasia del pontefice e lo spinge ad indire un concorso per la facciata di San Lorenzo, la chiesa patrocinata dai Medici fin dal tempo della sua fondazione.

Al concorso partecipano tra gli altri Giuliano da Sangallo, Raffaello, Andrea e Jacopo Sansovino, ma viene prescelto il progetto di Michelangelo che dal marzo del 1517 è investito della totale responsabilità della costruzione.

Capelle Medicee Firenze Sagrestia Nuova

L’impresa esalta l’artista che si propone di fare della facciata “de architectura et de sculptura lo specchio di tutta Italia” ed elabora rapidamente il modello in legno ora conservato in Casa Buonarroti. La soluzione proposta da Michelangelo appare del tutto innovativa prevedendo una struttura a nartece che, anziché adattarsi al profilo a salienti dell’edificio, in corrispondenza della diversa altezza delle navate, ne maschera anche le cappelle laterali con un prospetto rettangolare ispirato a modelli dell’edilizia profana. Le potenti membrature ideate dall’artista dovevano poi essere animate da statue in marmo, sculture in bronzo e numerosi bassorilievi. Le fondamenta della costruzione vengono gettate negli ultimi mesi del 1517, ma i lavori procedono molto a rilento a causa della volontà del pontefice di servirsi per i marmi della cave di Serravezza ( non collegate da una strada al mare) invece che di quelle di Carrara. Le difficoltà insorte, il crescere dei costi e soprattutto la morte a breve distanza d’anni di due congiunti del pontefice (Giuliano, duca di Nemours, e Lorenzo, duca di Urbino), sui quali si fondavano le speranze di instaurare un’egemonia medicea su tutta l’Italia centrale, fanno infine naufragare l’impresa (il contratto è rescisso nel marzo 1520), aprendo la strada a un nuovo incarico altrettanto prestigioso affidato all’artista: quello di costruire, sempre nel complesso di San Lorenzo, una seconda cappella funeraria per la famiglia Medici, la cosidettà Sagrestia Nuova.

In una lettera dell’inverno del 1520, Michelangelo sfoga tutta la sua amarezza e cocente delusione per il fallimento del grandioso progetto, quando già aveva iniziato gli studi per la cappella funeraria.

Situata a ridosso del braccio destro dl transetto della chiesa, in corrispondenza simmetrica rispetto alla Sagrestia Vecchia costruita dal Brunelleschi circa un secolo prima, la Sagrestia Nuova doveva ospitare, oltre alle tombe dei “capitani” (i duci Giuliano e Lorenzo), quelle dei “magnifici” Lorenzo e Giuliano, rispettivamente padri di Leone X e del cardinale Giulio. Inizialmente Michelangelo studia il progetto di un monumento isolato al centro dell’ambiente, ispirato alla prima idea per la “sepoltura” di Giulio II, anche se di dimensioni notevolmente ridotte. In seguito prevale la soluzione di tombe a parete e diverse varianti vengono elaborate e discusse con i committenti, fino al progetto finale che prevedeva di collocare i monumenti dei “capitani” al centro delle pareti laterali e quelle dei “magnifici” addossate alla parete di fronte all’altare.

La struttura dell’edificio risulta in parte condizionata dal precedente della Sagrestia del Brunelleschi, in particolare nella pianta e nelle membrature in pietra serena. Michelangelo tuttavia estende a tutte le pareti l’ordine gigante che il Brunelleschi aveva applicato solo a quella di fondo, conferendo ritmo più serrato e unitario al complesso. Egli modifica inoltre radicalmente l’alzato inserendo un mezzanino tra l’ordine inferiore e le lunette e aprendo in queste finestre rastremate verso l’alto. Un potente slancio verticale viene in tal modo conferito all’edificio, concluso da una cupola a volta cassetto nata di ispirazione classica, in luogo della volta a ombrello della Sagrestia Vecchia.

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