3 Segreti in 3 Angoli di Firenze - Scopriamo la città

3 Segreti in 3 angoli di Firenze

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Andiamo a rovistare tra le leggende raccontate dai nonni e scopriamo quante cose ci rimangono sconosciute della bellissima Firenze.

L’importuno e Michelangelo

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La simpatica storia dell’importuno ha come protagonista, niente poco di meno che Michelangelo Buonarroti.

Si racconta che il grande artista venisse regolarmente fermato, quando si trovava a passare da via della Ninna, da un personaggio a dir poco noioso.

Fu proprio in una di quelle occasioni che Michelangelo, afflitto dalla noia e con gli arnesi del mestiere in mano, scolpì il ritratto dello scocciatore con le mani dietro la schiena!

L’esilarante episodio, che la direbbe lunga sul carattere del genio rinascimentale, potrebbe chiaramente essere un racconto di fantasia. Di certo c’è che la figura sul muro esiste davvero ed è ancora oggi visibile dietro la scultura di Ercole e Caco del Bandinelli.

Vi è anche un’altra leggenda a giustificazione della presenza di questa incisione, riguardante la storia di un condannato.

Alcuni crimini all’epoca dovevano essere puniti con la gogna pubblica, lo strumento di legno che immobilizzava la testa e le mani del colpevole. Il volto ritratto sarebbe quello di uno sconosciuto, condannato a questa pena. Anche in questo caso la storia dice che l’autore del graffito fu il grande Michelangelo.

La finestra sempre aperta

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Firenze non è solo una grande città d’arte, grazie alla storia che sto per raccontarvi vi accorgerete di quanto anche i fiorentini (e le fiorentine soprattutto!) possano rivelarsi dei gran romanticoni.

Siamo in piazza della Santissima Annunziata, mettevi di spalle alla statua equestre del Granduca Ferdinando e guardate verso l’ultima finestra a destra del palazzo che avete di fronte.

Non notate niente di strano?

Le persiane di quella finestra sono sempre socchiuse, in qualsiasi momento del giorno e della notte abbiate modo di passare, non le troverete mai chiuse.

Perché? La storia racconta che nel palazzo Budini-Gattai vivessero, alla fine del Cinquecento, una giovane sposa e il suo amato.

Purtroppo il giovanotto venne richiamato alle armi e fu costretto a partire in battaglia.

L’addoloratissima ragazza passava le giornate osservando dalla  finestra che il marito tornasse, ma nessuno fece mai ritorno al loro nido d’amore.

La povera donna non si rassegnò mai e continuò a sperare di veder apparire il suo amore fino al giorno della sua morte.

I parenti, una volta portato via il corpo, tornarono nella camera a chiudere le persiane, ma non appena fu tolta la vista sulla piazza, si manifestarono strani fenomeni.

In preda alla paura, la finestra fu riaperta e così rimase fino ad oggi per non negare alla povera donna la speranza di veder tornare l’amore della sua vita.

Le colonne affumicate

Sul lato del battistero dove è collocata la bellissima porta del paradiso, avete mai notato le due grandi colonne di porfido viola?

La storia che le riguarda è molto particolare!

Siamo nel 1117 e gli abitanti di Pisa decidono di regalare ai fiorentini queste due preziose colonne come segno di ringraziamento per l’aiuto ricevuto in battaglia contro il nemico Saraceno.

Il regalo, a detta dei pisani, aveva caratteristiche addirittura sovrannaturali.

Le colonne erano lucenti come specchi e si narrava che riflettessero solo l’immagine di coloro che, pur avendo commesso dei reati, erano rimasti impuniti.

Tutto il clamore e la gioia dei fiorentini che aspettavano entusiasti l’arrivo per fiume del regalo, svanì non appena si accorsero che le colonne erano tutt’altro che lucenti.
Al contrario, erano diventate opache e nere come il carbone!

Solo più tardi si venne a scoprire che i simpatici pisani, per fare un dispetto ai fiorentini, la notte prima della partenza le avevano appositamente annerite per privarle della loro lucentezza.

I fiorentini le collocarono su un lato del battistero, quasi a rappresentare un memento affinché le generazioni future non si lasciassero ingannare come i loro avi.

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